sabato 19 maggio 2007

La palude del Busatello



La storia e l'ambiente
La progressiva antropizzazione del territorio ha spesso portato, nel corso del tempo, alla distruzione o alla profonda trasformazione di molti ambienti naturali e, di riflesso, aIla drastica riduzione o addirittura alla scomparsa di molte specie animali e vegetali. In alcuni casi però gli interventi dell’uomo sull’ambiente si sono rivelati di fondamentale importanza nel determinare la sopravvivenza di zone altrimenti destinate a scomparire. È questo il caso della palude del Busatello, un fazzoletto di terra e acqua diviso tra Veneto e Lombardia, sopravvissuto, pur tra mille difficoltà, alle grandi trasformazioni che hanno interessato le aree umide italiane a partire dal 1800, proprio grazie allo "sfruttamento" operato dall’uomo. Da tempi lontanissimi, infatti, le popolazioni locali "coltivano" la palude per tagliare il carice e la canna, impedendo in questo modo il progressivo degrado ambientale della palude stessa. Il Busatello ora non corre più il rischio di scomparire; nel 1996 infatti il comune di Gazzo Veronese, ha acquistato la parte veneta della palude e la concessa in gestione al WWF Italia. La palude del Busatello rappresenta una delle poche zone umide d’acqua dolce rimaste dopo la bonifica delle "Valli Grandi Veronesi". Complessivamente essa si estende su un territorio di circa 96 ettari a cavallo delle provincie di Verona (comune di Gazzo Veronese: 46 ha) a Mantova (comune di Ostiglia: 35 ha). A causa della bonifica dei terreni circostanti e del conseguente compattamento dei sedimenti, la palude si presenta oggi pensile rispetto al piano di campagna; l’acqua, prelevata dalle canalizzazioni dei fondi agricoli vicini, vi arriva infatti pompata da un’idrovora. La regimazione delle acque prevede un notevole apponto di acqua in primavera e in autunno e una situazione invece di secca in estate e in inverno, in corrispondenza ai momenti del taglio, rispettivamente, del carice e della cannuccia di palude. Il biotopo confina con terreni agricoli a coltura intensiva.

La flora
L’aspetto della palude, così come appare dall’argine esterno, è quello di una grande distesa di carice (Carex elata e, in misura assai minore Carex riparia), interrotta da fasce piuttosto strette di Phragnites australis e Typha angustifolia, con infiltrazioni di specie ruderali soprattutto lungo gli argini perimetrali e interni. Solo nel cuore della palude, lungo le rive del fiume Busatello, si è conservata una ricca vegetazione che non ha subito il massiccio intervento dell’uomo e che presenta specie paludicole rare come: Leuconjum aestivum, Salvinia natans, Euphorbia palustris, Pedicularis palustris, Senecio Paludosus, Cirsium Palustre e Cicuta virosa. Per quest’ultima specie la Palude del Busatello rappresenta una delle ultime stazioni italiane conosciute. I canali sono ricoperti in gran parte da vegetazione galleggiante per cui manca quasi completamente, ad eccezione di qualche colonia di Ceratophyllum demersum, quella sommersa. Completamente assenti sono inoltre le zone alberate e questo sia per la struttura stessa del biotopo, sia perchè i numerosi olmi (Ulmus minor), un tempo presenti, si sono ammalati di grafiosi e sono stati abbattuti. Per migliorare l’aspetto paesaggistico generale e per offrire agli uccelli nuovi siti di nidificazione e alimentazione è intenzione del WWF favorire, lungo l’argine esterno dell’oasi, la ricostituzione di tratti di vegetazione arborea e realizzare, in un’area marginale già individuata, l’impianto di un bosco primiziale, con la messa a dimora di essenze arboree e arbustive autoctone. Durante una piccola gita ho scattato quelle foto, alla palude del Busatello si può rivere la vita di una volta.

Nessun commento: